RAGAZZE INTERROTTE / PICCOLE DONNE
Ritratti e storie di ragazze detenute in un riformatorio in Kenya
foto e testo di Laura Salvinelli
L, 15 anni
Ho sbagliato perché frequentavo cattive compagnie. Mi rifiutavo di andare a scuola. Ero diventata dipendente da alcool, colla e cocaina. Rubavo i soldi a casa per comprare la cocaina.
Un giorno il re indisse un concorso musicale. Il vincitore avrebbe ricevuto uno studio di produzione completamente attrezzato. Ognuno era certo che Diamond (musicista tanzaniano) avrebbe vinto. Infatti, alcuni compositori rinunciarono a partecipare, perché sapevano che il suo talento era irraggiungibile. Cercando di surclassare tutti, Diamond però sconfisse anche se stesso. Incise una canzone così irriverente che fece infuriare il re, e finì in prigione. Questa è la ragione per cui Diamond è il mio musicista preferito.
Quando sarò grande gli USA saranno il paese giusto per me. Quando viaggiano all’estero le persone sono felici. Molte persone vengono a visitare il Kenya. Un tempo i bianchi combattevano per avere il nostro mondo. Il mio mondo è molto bello per me, ma anche gli USA sono un gran bel mondo.
B, 16 anni
Mia madre è morta quando avevo 6 anni. Mio padre si è risposato subito e la mia matrigna era tremenda. Trattava male me e i miei due fratelli: urlava e ci bastonava. Quando mio padre e mio fratello maggiore sono andati a lavorare a Mombasa ho preso un po’ di vestiti e sono andata a vivere per strada. Sono diventata tossicodipendente. Sotto effetto del khat la tua mente può impazzire e diventare violenta. Avevo paura di essere ammazzata dai miei nemici. Ho visto un sacco di violenza che manco te la puoi immaginare. Mi hanno arrestata nel 2015. Qui dentro mi sento meno insicura ma mi mancano tanto mio padre e i miei fratelli.
W, 12 anni
Avevo un unico parente con cui vivevo, mio padre. Mi ha violentata quando avevo 6 anni. Mi aveva detto di non dirlo a nessuno. Non mi piaceva più vivere e sono scappata sul fiume.
R, 10 anni
Mia madre ci ha lasciati 4 anni fa e mi hanno presa i miei nonni. Le mie sorelle sono andate a stare dalle suore. Dopo un po’ di tempo dai nonni ho cominciato a scappare di casa.
V, 17 anni
Vorrei vivere negli USA perché sono il mondo migliore. Sogno sempre di sposarmi negli USA. E molti lavori che le persone fanno laggiù sono perfetti.
Mi sveglio alle 5 del mattino. Faccio la doccia col secchio. Mi lavo i denti e vado al campo a fare un po’ di esercizi. Dopo faccio i lavori di pulizia e di cucina. Seguono la colazione e l’adunata con l’appello e poi scuola alle 9. Pranzo alle 12,30. Poi ci sono le varie attività dalle 2 alle 4 (scoutismo, counseling…). Alle 4 aprono il dormitorio. Ceno alle 6 e alle 8 vado a dormire. Mi piacciono i chapati, le patatine e molte altre cose. Odio il githeri (zuppa di mais e fagioli) e l’ugali (polenta di mais).
A, 16 anni
L’amicizia ti fa sentire protetto e sicuro, ma ricordati che un essere umano non è come Dio e può cambiare come un camaleonte.
Siamo una famiglia di 4 persone: mamma, papà, mio fratello e me. Mi mancano da morire. Penso continuamente ai bei tempi quando eravamo felici. Se amare la mia famiglia fosse un crimine, sarei arrestata tutti i giorni. Farei di tutto per loro e spero che stiano tutti bene. Vorrei tanto che mi venissero a trovare almeno una volta.
Mi piace passeggiare, andare in giro e avere avventure. La mia mentore è la messicana Nicki Minaj (in realtà trinidadiana naturalizzata statunitense). Trovo ispirazione nella sua voce, nel modo in cui si veste, danza e sta sul palcoscenico. Quando la vedo in tv le sue canzoni mi fanno sentire bene, e spero che un giorno la potrò incontrare. Anch’io vorrei essere una musicista famosa. Mi piace mangiare pesce e riso, giocare, andare a spasso con gli amici, cantare, ballare, nuotare e scherzare. Non mi piace essere fregata, ferita e colpita, odio cadere a terra, provare dolore e piangere sempre.
Quando esco la prima cosa che faccio è di andare a chiedere perdono a mia madre. Poi le chiedo di trovarmi un posto dove poter lavorare come parrucchiera.
Vorrei vivere in un mondo dove tutti sono felici, senza pianti, dolori né brutte situazioni. Dove tutti hanno diritti e libertà. Specialmente in Jamaica e in Nord America. Lì nessuno ti sta a controllare. Anche se c’è autorità mi piace quel modo di vivere.
P, 17 anni
Ho 17 anni, sono nera e piccolina. Mi piace provare cose nuove e non mi piace essere ignorata. Mi hanno messa qui perché trafficavo droga. Quando esco cercherò un corso per diventare DJ. Quella sarà la mia carriera. Questa persona sono io.
Ho solo un’amica qui. Il problema con molte delle ragazze è che vogliono giudicare come vivo e alla fine mi fanno male e rimpiango di averle avute come amiche. Ma con la mia amica la miglior cosa che ci facciamo è che non spettegoliamo su di noi con gli altri.
La mia più grande fonte d’ispirazione è la mia mamma. Anche se non è famosa influenza positivamente la vita di molte persone col suo lavoro e i suoi buoni consigli. La mia più grande paura è che mia madre muoia mentre sono qui senza vederla. Un’altra persona che m’ispira tanto è Bob Marley. La sua musica mi aiuta e m’incoraggia: la vita è dura a volte e le sue canzoni mi aiutano a sopravvivere.
Eravamo una famiglia di 4 persone. Mio padre ha fatto lo sbaglio di divorziare e siamo rimasti in 3. Mia madre era senza soldi e ha cominciato a vendere birra. Tornava a casa tardi a notte fonda. La sopravvivenza era diventata difficilissima. Non avevo da mangiare, andavo a scuola con i vestiti stracciati e senza libri. Sono scappata di casa, ho vagabondato per 3 mesi e non mi scorderò mai quello che ho passato. Ma quel che è stato è stato e una vita senza sfide non è vita.
M, 17 anni
La persona che m’ispira più di tutti è Haile Gebrselassie, il campione di fondo.
Facevo uso di ogni tipo di sostanza: mandrax, sciroppo per la tosse, pasticche, cocaina, marijuana. La mia vita era tutta storta.
J, 15 anni
La mia cara mamma è morta l’11 dicembre 2007, quando avevo 8 anni. Mio padre è finito in carcere perché ha ammazzato quelli che gli volevano rubare tutto, e non so se è vivo. Vivevo con i miei 2 fratelli dai miei nonni: mia nonna lavorava un sacco per mantenerci, ma mio nonno era molto rude. A volte mio nonno mi buttava per strada di notte perché non sapevo risolvere i suoi problemi. Ero diventata tossicodipendente di marijuana, khat, alcool. Mi mancano tantissimo i miei fratelli e anche i nonni, anche se mio nonno ha reso la mia vita miserabile.
Per me di sicuro odio il mio corpo e disprezzo la mia pelle nera. Sono anche troppo alta e vorrei essere più bassa. Ho le gambe storte. Insomma non sto a mio agio nel mio corpo anche se si dice che sono incredibilmente ben fatta.
Non sopporto le corse che facciamo nel campo la mattina qui nell’istituto. E manco il githeri. Me ne andrei via anche adesso.
C, 17 anni
Giocavo con la vita perché era dura pensare di sopportarla fino alla fine, quindi cercavo di evadere il più possibile.
La persona che è più speciale per me è mia madre. A lei devo tutto e senza di lei non potrei sopravvivere: è questa la ragione per cui la amo.
Vorrei vivere in Nigeria, dove sono cresciuta. Il mondo che amo è solo quello. Ci sono tanti attori, lì, che sanno recitare talmente bene che tu li prendi sul serio. Ci sono anche tante cose come vestiti cibo e medicine che costano poco, non come qui. Soprattutto ci sono i vestiti d’oro. Qui in Kenya manco il presidente può indossare abiti d’oro per quanto sono difficili da trovare. Per questo preferisco la Nigeria.
Amo come Dio mi ha creata, come ha impegnato del tempo per farmi così bella. Mi piace tutto del mio corpo e soprattutto il mio seno, così sexy e carino.
Quello che non mi piace qui sono le persone che mi perseguitano con le tentazioni, che mi fanno perdere speranza nella mia vita futura.
E, 17 anni
E’ vero che voi bianchi odiate noi neri?
Dovresti portar fuori queste foto che ci fai, e far vedere a tutti come viviamo.
H, 16 anni
Quando mio padre se n’è andato mia madre si è messa con un altro uomo e ha cominciato a maltrattarmi. Mi accusava di essere una criminale e mi picchiava pesantemente. Una volta me ne ha date così tante che non ho camminato per due mesi. Sono scappata di casa e ho vissuto 7 mesi per strada. Elemosinavo e la vita era orribile. Per fortuna anche l’ultimo compagno di mia madre se n’è andato, e lei ora si sta riavvicinando a me. Una volta mi ha vista in televisione in un servizio per la Giornata del Bambino e si è messa a piangere.
D, 15 anni
L’inimicizia è come questo esempio, perché ho una nemica. Un giorno mia madre è venuta a trovarmi. Non sono andata a chiamare quella che allora era la mia migliore amica e lei me l’ha fatta pagare non parlandomi più e diventando mia nemica.
N, 15 anni
Quando cresco voglio vivere in Kenya, dove ci sono tante cose da imparare, tanti manghi da mangiare, tante canzoni e tanti cantanti. Mentre ad andare via non sai quello che trovi, qui abbiamo tante belle cose, e io amo tanto il mio paese.
Vengo da una famiglia di 5 persone: mamma, papà, tre figlie. Nel 2012 mia mamma ci ha lasciati che ero ancora una bambina. Dopo mio padre è morto per un incidente. Ma io non ho perso la speranza. Sono stata presa da mio nonno, mentre le mie sorelle sono state messe dalle suore. Nel 2013 ho cominciato a scappare di casa, e dopo circa un anno mio nonno mi ha denunciata.
Non mi piace dire quello che ha fatto mia madre. Non mi piace quando non viene nessuno a trovarci. Puoi vedere persone che piangono perché non hanno visite. Vorrei che i miei nonni venissero a trovarmi e mi portassero qualcosa tipo sapone, asciugamano, profumo eccetera. Non mi piace quando mi chiedono cosa ho fatto per essere qui.
Quando diciamo che la vita non è vita è perché i genitori non si prendono cura di noi.
F, 16 anni
Quando cresco voglio andare a vivere a Mombasa. Mi piace perché ci sono il Fort Jesus e la spiaggia e le persone che nuotano. Mombasa è anche bella perché c’è la gente che cucina per te nell’albergo. Vivere in quel modo meraviglioso mi ha indicato la direzione verso cui andare.
K, 15
Voglio farmi fotografare perché sono una star che sarà famosa.
O, 15
Non è la mia storia, ma quella di una mia amica. E’ stata stuprata e buttata fuori di casa dal padre. E’ diventata una serva e pensa di essere inutile alla comunità, lei che è una bravissima ragazza senza educazione scolastica. Questa è l’esperienza di vita della mia amica.
Secondo un’accurata ricerca di Cesvi del 2014, nel corso di un anno sono circa 6.000 i minori detenuti. Il sistema giudiziario keniano fa sì che di fatto i ragazzi bisognosi di cura e tutela e quelli in conflitto con la legge stiano insieme negli stessi istituti. I minori possono essere incriminati da 10 anni in su ma anche - accade raramente - da 8 anni, se il giudice li ritiene capaci di intendere e volere nel momento del crimine. I crimini comprendono il furto, l’uso e spaccio di droga, la prostituzione, la rapina a mano armata e l’omicidio. Ma anche il vagabondaggio e il marinare la scuola dell’obbligo, per cui la stragrande maggioranza dei minori rinchiusi negli istituti sono bambini e ragazzi di strada scappati di casa. A volte, d’accordo con le famiglie, i minori si accollano la responsabilità dei crimini più gravi per proteggere membri della famiglia, perché il massimo della pena prevista per i minori è di tre anni, anche se poi in realtà, specie nei casi più gravi, i tempi di detenzione nelle case di custodia cautelare, dove vengono tenuti in attesa della sentenza definitiva del giudice, possono essere protratti per anni. Il riformatorio in cui sono state scattate le foto è di massimo livello, e ospita ragazze incriminate dal vagabondaggio all’omicidio.
Il progetto di Cesvi per il supporto al sistema della giustizia minorile del Kenya finanziato dall’Unione Europea sostiene il governo locale nell’implementazione di riforme. Scopo del progetto è di ridurre la violenza di cui i minori sono vittime nel sistema giustizia. Per maggiori informazioni: www.cesvi.org